Descrizione
IL LIBRO
Maria Zambrano è una delle esponenti più significative di quel pensiero femminile che nel corso del Novecento offre un contributo estremamente ricco e stimolante per la riflessione filosofica.
Allieva di Ortega y Gasset e di Zubiri, sensibile interprete del pensiero di Unamuno e della poesia di Machado, la Zambrano è profondamente radicata nel terreno culturale della Spagna del suo tempo, pur mostrando contemporaneamente un respiro europeo, per l’appassionata difesa dell’eredità culturale dell’Europa, della quale è attenta a individuare i sintomi della crisi e i segni di risveglio. E’ la specifica identità dell’uomo europeo che sta a cuore a Maria Zambrano. La sua antropologia rappresenta una sintesi di realismo e di prospettiva metafisica. Come è stato giustamente osservato, ella “reagisce a due aporie: quella, oggi vincente ribaltata in totalità, che fa dell’uomo cosa misurabile e riproducibile; e quella, non meno presente e insinuante, che fa della singolarità della persona un inciampo da eradere in un pettinato giardino di sole forme silenti” (C. Ossola). Né semplice natura biologica né pura autocoscienza, l’uomo ha, per la Zambrano, una vocazione estatica, chiamato a proiettarsi oltre se stesso, in nome di una trascendenza che è insieme sofferenza e privilegio. E’ un essere che vive tra nostalgia e speranza e che pertanto chiede alla filosofia di offrirgli un sapere in grado non soltanto di rispondere agli interrogativi della ragione, ma anche di soddisfare le esigenze del cuore.
L’AUTRICE
Maria Teresa Russo è docente di Antropologia filosofica presso la Libera Università “Campus Biomedico” di Roma e collabora alla cattedra di filosofia Morale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università “Roma Tre”. Le sue ricerche vertono soprattutto sul pensiero di Maria Zambrano e di Henri Bergson. Di quest’ultimo, ha curato l’edizione italiana degli scritti pedagogici (Educazione, cultura, scuola, Armando, Roma 2000).
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