Descrizione
ISBN: 88-88926-26-7
(2000, pp. 80, € 7,75)
IL LIBRO
Il grande poeta toscano (nato a Firenze nel 1914, nominato senatore a vita nel 2003 e morto nel 2004) illustra in questo testo la sua personalissima poetica, che riporta la creatività e la sperimentazione del secondo Novecento al filone mai esaurito della poesia italiana di ispirazione metafisica e religiosa (Petrarca, Leopardi, Ungaretti). Come spiega Antonio Livi nella presentazione, Mario Luzi va considerato un poeta metafisico perché esplicitamente interessato alla questione del fondamento; in questo senso, appare capace di un disocorso più vicino alla verità di quanto non lo sia il discorso nella maggior parte dei filosofi contemporanei, irretiti nelle maglie del nichilismo scettico. Il titolo dell’opera nasce da questa frase di Luzi: «Se vado a fondo di me stesso trovo il senso di un debito, naturalmente un debito che non ha cifre ma che è il sostegno del dicibile, di ciò che siamo indotti a dire. Si tratta di un dono che creaturalmente ci è stato fatto, di cui dobbiamo essere degni e che dobbiamo corrispondere».
GLI AUTORI
Giorgio Petrocchi , è stato per molti anni, fino alla morte, uno dei più autorevoli studiosi di Storia della letteratura italiana.
François Livi, è il più noto italianista francese vivente; attualmente dirige l’Istituto di letteratura italiana alla Sorbona di Parigi e la rivista Les Etudes Italiennes.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.