
Il logotipo della nostra Casa Editrice, rappresentante il volto di Leonardo da Vinci col motto “La semplice e mera esperienza la quale è maestra vera”.
Le iniziative editoriali della nostra Casa mirano a fornire un valido contributo all’unità del sapere sul fondamento della ricerca della verità in ogni campo, nella consapevolezza che tale ricerca riconduce sempre al «senso comune», ossia a quel nucleo di certezze assolute dell’esperienza universale che costituisce la condizione di possibilità del linguaggio e della vita sociale.
La nostra attività, iniziata proprio mentre la storia della civiltà cristiana entrava nel terzo millennio, si ispira all’ideale umanistico-scientifico del grande toscano del Quattrocento, Leonardo da Vinci, che fu letterato, studioso di anatomia, scultore, pittore (a lui si debbono capolavori come La Gioconda, La Vergine delle rocce, L’Ultima Cena e L’Annunciazione), architetto (realizzando edifici civili e fortificazioni militari), ingegnere meccanico e idraulico, inventore geniale e cartografo. Leonardo pensò e operò in un quadro di sintesi armonica tra interessi teoretici, scientifici, tecnologici e artistici, e al centro di questa sintesi pose la conoscenza empirica del mondo fisico e umano, fondamento di verità per ogni successiva induzione e ogni deduzione, secondo la frase che serve da motto della nostra Casa: «La semplice e mera sperienza, la quale è maestra vera».
Questa logica della ricerca, improntata a un realismo di inconsapevoli radici aristoteliche (in un’epoca che vedeva rifiorire il platonismo), è moderna per la finalità tipicamente rinascimentale di promozione della dignità umana – non della massa ma del singolo in un contesto sociale di amicizia e di cooperazione – attraverso la contemplazione ma anche l’attività creatrice, che è riflessione critica, dominio della natura, produzione artistica e progresso tecnologico. Per questo Leonardo scriveva nei Pensieri: «O dormiente, che è mai sonno? Il sonno ha similitudine della morte. […] Fa’ tu dunque che, morendo, abbi similitudine di perfetto vivo, piuttosto che, dormendo, rassemblarti ai tristi morti».